Shin Ki Tai

Roberto Gulì

Roberto Gulì, nato a Genova nel 1972, intraprende lo studio dell’arte dell’Aikido nel 1994, seguendo lo stile di pratica tradizionale Iwama Ryu tramandato da Morihiro Saito Shihan, allievo diretto del fondatore dell’Aikido, Morihei Ueshiba. Trascorsi alcuni anni di formazione, inizia a collaborare con il suo primo Maestro, Nehme Wassim, nella conduzione dei gruppi di adulti e bambini. Dopo aver partecipato a numerosi stage nazionali e internazionali, tra i quali anche l’ultimo stage tenuto in Italia dal Maestro Morihiro Saito, consegue il grado di cintura nera I° Dan nel giugno 2000 durante uno stage nazionale FESIK. Nel 2004 consegue poi il diploma di grado II° Dan e la conseguente qualifica di Istruttore. Sempre nel 2004 il suo percorso lungo la Via dell’Aikido si evolve in occasione del trasferimento negli U.S.A. del suo Maestro Wassim, é infatti prima di questo evento che decidono insieme di portare a realizzazione la fondazione dell’Associazione Aikido Itai Doshin, della quale ne assume la carica di Presidente e Direttore tecnico.

Durante uno stage nazionale Atago, nel 2009, il Maestro Oscari Giorgio (VII° dan) gli riconosce il grado di III° Dan e la conseguente qualifica di Maestro; risale poi a fine 2016 il passaggio al grado tecnico di IV° Dan.

Ad inizio 2019, torna ad affiliare la propria Associazione alla Federazione FESIK e D.A., sotto la direzione tecnica nazionale del Maestro Nehme Michel (VII° Dan) per il settore Aikido, e di quella regionale del Maestro Giacalone Gaspare (V° Dan) per la Difesa Personale, attività quest’ultima alla quale aderisce e per la quale riceve il riconoscimento del grado tecnico di 4° livello.

“Penso sinceramente che il vero nemico da sconfiggere non sia ad attenderci dietro l’angolo – sostiene maestro Roberto -, ma dentro di noi, a limitarci! E’ il nostro atteggiamento di chiusura e di rifiuto che troppo spesso emerge e non ci permette di godere della bellezza dei rapporti umani. Solo con grande senso di giustizia e di rispetto, con sincera e profonda apertura d’animo, e di allontanamento dunque dal proprio limitante ego, che credo ci si possa dare una concreta possibilità di crescita”.